Erranze plastiche. Il retablo: antropologia e storia del retablo andino

Stefania Sebastianis
Erranze plastiche. Il retablo: antropologia

 e storia del retablo andino

2002, Cisu

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prefigura un destino infausto per l’arte popolare. Inseguendo il lavoro dei retablisti peruviani e la loro incessante ricerca di adattamento, si incontra la verità Florentino: “La vera essenza dell’arte del retablo
era (è) quella di documentare costantemente una realtà in evoluzione, di rappresentare plasticamente l’attualità”. Il volume presenta la storia di un suggestivo oggetto d’arte popolare e delle famiglie di artigiani che l’anno inventato e reinventato, facendosi eredi di una complessa combinazione di tradizioni plastiche e simboliche. Dalla sfera sacrale al consumo dell’etnicità; dai sanmarcos per l’herranza (l’antica festa per la marchiatura del bestiame) ai coloratissimi retablos che arrivano fin nei mercati e nelle fiere d’Europa; dall’artigianato tradizionale che utilizza ancora i sistemi simbolici precoloniali ai progetti per fare dell’artesania un settore di sviluppo e di traino dell’economia peruviana, fino al drammatico dilemma che si presenta oggi all’artigianato di tradizione: farsi artista, oppure piccola ruota dell’ingranaggio eterodiretto del mercato turistico che consuma forme di reinvenzione seriali e steriotipate. Di fronte alla richiesta di tipico, di autentico, di originale, ecco il retablo -forma intrinsecamente “impura”- a rompere la dicotomia troppo semplicistica tra tradizione e modernità. Così è anche l’artigiano retablista: “uomo di mezzo”, specialista del cambio transculturale, modellatore delle situazioni di contatto.

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